Gabriele Croppi – New York. Metafisica del Paesaggio Urbano


libro Gabriele Croppi New York Metafisica del Paesaggio UrbanoNew York – Metafisica del Paesaggio Urbano di Gabriele Croppi è un libro che adoro, e vi propongo qui la mia recensione.

Conoscevo già le sue immagini, che avevo visto online, ma stampate su carta, in grande formato, hanno una resa veramente eccellente.


Gabriele Croppi, fotografo

Gabriele Croppi, nato a Domodossola (Piemonte) il 9 maggio 1974, è un fotografo italiano.

Si è diplomato in Fotografia presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano, dove in seguito è stato anche docente.

In ambito fotografico inizialmente si è dedicato al reportage, e negli anni ha poi sviluppato una sua ricerca artistica incentrata sul rapporto tra fotografia e altre arti (quando aveva 14 anni dipingeva).

Attualmente lavora nel settore dell’editoria e del collezionismo fotografico e dal 2020 insegna Fotografia dei Beni Culturali presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova.

Come dice in un’intervista è “un fotografo del suo tempo”. Nei suoi scatti usa la post-produzione ma gli piace fare in modo che il processo di postproduzione non sia riconoscibile.

Punta a realizzare immagini che rispettino lo “statuto” della fotografia, che abbiano una presunzione realistica.

L’estetica di queste immagini in bianco e nero molto contrastate ha delle influenze sia in fotografia che in pittura. Tra le fonti d’ispirazioni di Croppi c’è spesso la pittura, in questo caso i pittori metafisici di inizio Novecento come Giorgio De Chirico, Mario Sironi, Carlo Carrà, solo per citarne alcuni.


Libro sfogliato




Che cos’è la fotografia metafisica?

Le foto metafisiche di Croppi sono immagini che non svelano tutto e subito, ma lasciano aperta l’interpretazione da parte di chi le guarda. Ci sono delle storie che ognuno di noi osservando queste immagini può immaginare.

Le singole persone presenti in questi scatti diventano quindi delle presenze misteriose. Queste figure solitarie e sfuggenti vengono messe in relazione alle imponenti geometrie urbane e architetture moderniste newyorkesi. Paesaggio urbano contrapposto al paesaggio interiore. Non si capisce immediatamente chi sono o cosa stanno facendo queste figure, e questo induce a soffermarsi e osservare con più precisione l’immagine.

Questa è l’essenza della “metafisica”, il trovare dei significati che vanno oltre l’immagine stessa.

L’immagine deve avere una narrazione potenziale, non deve raccontarci tutto, ma dobbiamo essere noi osservatori a completarla.

L’immagine deve andare oltre la “fisica” di quello che stiamo vedendo, l’interlocutore deve avere la possibilità di completare a suo piacimento la storia raccontata dall’immagine.

Croppi in quanto “fotografo metafisico” cerca quindi con le sue foto di creare degli interrogativi a cui solo l’osservatore può dare una risposta. Questa cosa la ritroviamo anche in alcune immagini di Edward Hopper.

Per il fotografo piemontese il significato dell’immagine non è mai solo nell’immagine stessa, ma è anche nell’interpretazione di chi la osserva.


Libro New York – Metafisica del Paesaggio Urbano

Esistono due versioni di questo libro fotografico: una in italiano (New York, Metafisica del paesaggio urbano) e una in inglese (New York, Metaphysics of the urban landscape).

Io ho trovato la versione inglese e ho acquistato quella, ma non preoccupatevi, l’unico testo scritto è quello della prefazione, di cui vi riporto qui di seguito la versione integrale in lingua italiana.

Il libro, edito da Sime Books, è abbastanza grande, le sue dimensioni sono 36×32 centimetri. La copertina è rigida, e la qualità di stampa è ottima (stampa fine art giclée su carta di cotone).

Tutte le foto di New York sono scattate tra il 2009 e il 2013 e sono in bianco e nero, molto contrastate come nello stile di Croppi. Il fotografo gioca con le luci e le ombre nere, chiuse e profonde.

Anche grazie a delle aree completamente scure, riesce a creare delle cornici che danno risalto ai singoli personaggi solitari che compaiono in ogni foto.

Lo stile autorale di Croppi emerge in tutte le sue fotografie. Spesso si dice che l’obiettivo di ogni fotografo è quello di sviluppare un proprio linguaggio personale, che lo possa rendere riconoscibile tramite le sue foto. Sicuramente Gabriele Croppi ci è riuscito con questo progetto.

Un libro di grande impatto. Assolutamente consigliato se vi piace questo genere di fotografie.


Tecnica: come realizza Croppi queste foto?

Una curiosità. Nella Lectio Magistralis di Fotografia e Dintorni tenutasi giovedì 18 giugno 2015 presso la Triennale di Milano Gabriele Croppi spiega come realizza queste immagini (al minuto 1:42:20 di questo video disponibile su Youtube).

Alcune foto sono “scatti unici”, ma nella maggior parte dei casi Croppi fotografa separatamente prima gli sfondi e poi le persone per strada e quindi unisce in post produzione lo sfondo e i soggetti.

Solitamente le immagini dei soggetti non sono posate, ma sono scattate “casualmente” in strada. In alcuni casi si è invece affidato a dei modelli per ottenere l’immagine che aveva in mente.


Alcune foto contenute nel libro

Gabriele Croppi Lexington Avenue New York


Gabriele Croppi Flatiron Building New York


Gabriele Croppi Helmsley Plaza New York


Gabriele Croppi Empire State Building New York


Gabriele Croppi Ponte di Manhattan New York


Gabriele Croppi Rockefeller Center New York


Gabriele Croppi Silver Towers New York


Gabriele Croppi Coney Island New York


Gabriele Croppi Foley Square New York


foto Gabriele Croppi New York


Prefazione di Marla Hamburg Kennedy in italiano

“Quando un caro amico mi mostrò le immagini di Gabriele Croppi, fui colpita dalla bellezza e dalla loro potenza, e mi resi conto che avrei dovuto conoscerlo. Avevo appena terminato un volume intitolato New York: A Photographer’s City, pubblicato da Rizzoli, dedicato agli artisti contemporanei che hanno catturato New York dopo l’11 settembre. Avrei tanto voluto scoprire il lavoro di Croppi prima di questo libro: sarebbe stato una chiusa perfetta alla premessa, incentrata sulla capacità di catturare immagini della città che fossero in contrasto con le foto del XX secolo, ovvero quelle di una New York verticale, sedimentate nella nostra memoria collettiva. Per tutto il XX secolo decine di geniali fotografi hanno stampato al bromuro d’argento e al platino ogni forma di paesaggio, di nudo, e ogni altro genere di fotografia in bianco e nero, rendendo molto difficile un rinnovamento stilistico che interessasse il XXI secolo. Trovare poi un artista capace di immortalare New York City – probabilmente la città più fotografata e documentata al mondo – mi pareva una sfida ancora più estrema. Lavorando nella fotografia contemporanea da oltre vent’anni, mi sembrava impossibile imbattermi in un lavoro in bianco e nero che fosse insieme nuovo ma anche emozionante. La singolarità del lavoro di Gabriele Croppi sta nel fatto che riesce a raggiungere una forma spoglia e fortemente evocativa calando figure solitarie in alcune delle zone più frequentate e caotiche della città. Croppi stesso sembra percepire la debolezza del mondo oggettivo e la risonanza interiore che i toni scuri e il vuoto sono in grado di raggiungere. Il colore nero, piuttosto dominante in questa serie dedicata a New York City, lungi dall’essere un mero elemento stilistico, agisce come un processo drammatico che risponde alla dichiarazione di Michaux.
La visione di queste immagini ci obbliga a soffermarci con ostinazione sui particolari delle stesse, generando un effetto straniante ottenuto nella convinzione – sottolineata dall’artista stesso – che “nella fotografia la dimensione metafisica sia rafforzata da un linguaggio estremamente realistico o addirittura iperrealistico”. Fedele come sempre a un’estetica che rifiuti il formalismo tradizionale, Croppi ribadisce questa capacità di cogliere molteplici fenomenologie costruite su momenti di riferimento alla pittura e alla letteratura, con un senso di temporalità applicato mediante sovrapposizioni e collisioni di momenti contrastanti. Queste fotografie appaiono come microcosmi contenenti le nostre preoccupazioni sulla condizione umana: fantasmi con volti sfuggenti, passanti pietrificati, inghiottiti dalle ombre in uno spazio in cui sono entrambi vittime e sconosciuti al tempo stesso. Ancora una volta un paesaggio interiore.
Ancora una volta il viaggio e il pensiero riguardanti lo spazio: espace du dedans.”


Video

Gabriele Croppi ha anche realizzato un video per raccontare la sua New York metafisica. In questo filmato le immagini scorrono scandite dai versi dei “Poem of You, Whoever You Are” del poeta americano Walt Whitman.




Dati del libro

Titolo italiano: New York. Metafisica del paesaggio urbano
Titolo inglese: New York. Metaphysics of the urban landscape
Autore: Gabriele Croppi (prefazione di Marla Hamburg Kennedy)
Tipo copertina: rigida
Numero di pagine: 96
Editore: Sime Books
Data di pubblicazione: 1 gennaio 2014
Dimensioni: 36 x 32 cm
ISBN-10: 8895218884 (libro italiano)
ISBN-13: 9788895218885 (libro italiano)
ISBN-10: 8895218698 (libro inglese)
ISBN-13: 9788895218694 (libro inglese)

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Riccardo Perini, autore blog riccardoperini.itAutore: RICCARDO PERINI
Non sono un fotografo di professione ma sono un appassionato di fotografia. In questo blog propongo approfondimenti su fotografi, libri fotografici e in generale sulla fotografia, inclusi anche alcuni tutorial su macchine fotografiche e strumentazione.

Pubblicato il: 12 Dicembre 2020
Categoria: Fotografi famosi, Libri fotografia
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1 Commento

  1. Adela Barrio Tarnawiecki - | Rispondi

    Poesía in immagini, bellísima.


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